Il cristiano e il coronavirus

Un diluvio di preghiere.
Si ha l’impressione che questo sia diventato il web cattolico in tempo di coronavirus.
Mi domando quanti useranno l’infinita proposta di sussidi pastorali offerta in questi giorni. Sembra che interessi soltanto una piccola parte di fedeli della Terza età.
Ogni tanto i programmi televisivi entrano nelle famiglie italiane normali per chiedere come stanno gestendo il tanto tempo trascorso in casa. Non ho sentito mai un accenno ad un momento di preghiera familiare. Si dirà che la TV laica esclude l’informazione su questo tipo di esperienza spirituale. Lo spero. Ma questo mi ha fatto pensare…

Mi domando altresì quanti ascoltano la cascata di messaggi che in questo tempo gli uomini di Chiesa stanno riversando suo Popolo di Dio.
Messaggi lunghi e messaggi brevi, spesso accompagnati da preghiere televisive…, che spero siano solo la punta d’iceberg di colloqui lunghi, profondi, intimi e nascosti con il Padre, come ci suggerisce Gesù col suo comportamento abituale e con il famoso testo del Vangelo di San Matteo che anche quest’anno ci è stato proposto all’inizio della Quaresima.

Rimango pensoso altresì di fronte alla creatività clericale di questi giorni: Messe sui campanili, Messe in Chiese vuote con le foto dei parrocchiani sui banchi, ostensori che sorvolano l’Italia in elicottero, ostensori davanti alle porte delle chiese, rosari nei cimiteri, celebrazioni in ogni luogo ed in ogni forma… e tutto un coro di applausi per queste trovate, talora anche di cattivo gusto…. Come pure, provo profonda tenerezza per quei confratelli che in questi giorni sentono il bisogno di sentirsi bravi e di pubblicizzare i doveri normali di un parroco, “portandosi dietro il fotografo” per ogni servizio pastorale normale che dovrebbe far parte semplicemente del loro dovere di pastori ed essere vissuto con immensa discrezione ed amore per servire la sofferenza dei fratelli.
Anche in questo caso, non è un atteggiamento molto maturo quello di “campare sulle disgrazie altrui”: il pastore non è un monatto ed è accanto alla gente sempre discretamente per aiutarla a rendere bella la vita come ci insegna Gesù.

Tuttavia la cosa che mi stupisce di più è il taglio poco evangelico dei contenuti delle preghiere proposte. Cosa si chiede al Signore? Che faccia passare l’epidemia, che sostenga i malati nella loro sofferenza e li faccia guarire, che sostenga quanti si dedicano ad essi: medici, infermieri, familiari…, che illumini  i governanti e i ricercatori (non si prega mai perché tutti in questi frangenti si comportino da uomini, non approfittando di questa tempesta a proprio vantaggio illecito). Gesù ci dice che il Padre queste cose le conosce. E penso che il Padre, al riguardo stia facendo molto di più di quanto noi poveri uomini possiamo pensare. Ritengo che noi cristiani dovremmo affermare, proprio ora e con forza, che nei confronti di questa pandemia, Dio è innocente! Certamente non l’ha voluta Lui perché Lui vuole soltanto il bene dei suoi figli, che ama di un amore appassionato. Questa verità straordinaria annunciata e testimoniata da Gesù dovrebbe tappare la bocca ai tanti profeti di sventura che coglieranno questa emergenza per parlare di “castighi divini”. Sia ben chiaro, Dio non ha voglia di punire nessuno. Siamo già troppo bravi noi a farci del male con i nostri peccati, che non sono le infrazioni di chi passa col rosso, ma tradimenti del nostro essere uomini e della bellezza della vita che Dio ci ha donato.

Ma se Dio conosce, se Dio non castiga, se Dio già provvede…. Qual è l’atteggiamento cristiano di fronte al Covid19? Perché il cristiano prega?
Di fronte ai guai combinati dagli uomini che mandano in tilt certi modelli di esistenza fatui e illusori che l’uomo si costruisce, il credente come Gesù si interroga sul senso delle cose e si domanda quale insegnamento esse contengono e quale messaggio vuole darci il Padre per rendere la vita di ciascuno di noi, anche al di là di questa emergenza, il sogno che lui ha progettato. È la logica del Padre nostro, che fa inserire le nostre necessità nei suoi progetti di amore perché si risolvano per noi in momenti di vita e di salvezza, in occasioni per trarre il bene dal male e tornare a metterci in sintonia con le uniche logiche positive per la nostra vita: quelle del Regno di Dio e quelle della sua volontà nei confronti di noi uomini che Egli ama. Cioè per chiedere al Padre che la logica d’amore che governa il Cielo, ossia la vita felice delle Tre Persone, ritorni ad essere vincente anche in questa nostra povera Terra.

+ don Valentino

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