Prete influencer?

Influencer è uno/a che orienta atteggiamenti, gusti e mode di coloro che lo seguono e che ne diventano follower (seguaci, discepoli). Si tratta di una figura, molto popolare, di cui talora anche istituzioni, aziende o politici si servono per orientare le persone verso alcune scelte di carattere economico, politico, sociale. Egli solitamente da tali consensi trae vantaggi personali o familiari, diventando imprenditore della propria immagine, talora con risultati economici lusinghieri.

Un tale stile di rapporto con la gente, a volte, affascina anche il prete e lo porta alla ricerca di followers, più che a formare la comunità dei discepoli di Gesù. Si dà il caso infatti che la sua missione, come quella di San Giovanni Battista abbia come scopo non la propria popolarità, ma quello di educare alla sequela di “Colui che deve venire”, di fronte al quale egli deve porsi in ombra, scomparire.

Quando in Seminario ci parlavano delle tentazioni del prete, la maggior parte riguardavano il mondo femminile. Avanzando con l’età ho capito che, senza escludere le sagge raccomandazioni dei miei formatori in materia di castità, le infedeltà del prete possono essere ben altre: più sottili e più pericolose perché sotto un’apparenza di normalità o di successi, possono svuotare totalmente la sua missione, come ad esempio quando un prete adotta nella vita pastorale il modello dell’influencer e non del pastore.

In questo caso egli  suscita ammirazione e rapporti esclusivi, legando le persone a sé e non alla Chiesa e indirettamente squalificando i confratelli che lavorano in profondità e in silenzio. Il suo modo di comportarsi lo rende richiestissimo per eventi sacramentali che la sua presenza e il suo savoir faire rendono “in” e unici, ricchi di parole ad effetto e di gesti teatrali. Quando entra nella logica dell’influencer, il prete è esaltato dal consenso e dalla popolarità, ma diventa dipendente dal gradimento della gente che lo porta a preferire alle decisioni impegnative e alle posizioni forti suggerite dal Vangelo, l’applauso e la facile approvazione delle folle e ad esprimere non una fede matura, ma un credere light, manifestato con frasi ad effetto, copiate da autori alla moda, e posizioni di compromesso.

I followers in genere stabiliscono con lui rapporti fragili di simpatia ed amicizia personale, che li porterà ad invitarlo ancora per altri eventi, ma non a vivere la vita di discepoli del Signore e ad inserirsi nella comunità cristiana di appartenenza che essi solitamente disprezzano e fuggono presi dal fascino fatuo del “loro influencer religioso”, che continua a celebrare cerimonie “magiche” e accorsate, che come fuochi di paglia non hanno un domani. Penso ad un prete di mia conoscenza che dopo tante magie e applausi di giovani seguiti in “meravigliosi” corsi di preparazione ai Sacramenti, non ha in parrocchia un gruppo giovanile e fa passare per cristiani maturi da lui formati qualche coppia che solo occasionalmente collabora con lui.

Il prete influencer non è idoneo a fare il parroco, ama odori diversi da quello delle pecore: la sua sete di consenso personale lo distrae dalla sua comunità e dalla gente normale e lo porta in giro per il mondo per incontrare gruppetti di suoi followers. Di conseguenza, non ha mai tempo per stare con i suoi parrocchiani  per decidere, programmare, formare.  Solitamente la sua fama è direttamente proporzionata allo squallore della sua parrocchia.

Essere critici nei confronti di  “influencer con colletto da prete” non significa disprezzare gli strumenti tecnologici e le nuove forme di comunicazione. Chi lavora sodo per formare followers di Gesù Cristo è molto interessato al fenomeno degli influencer e li contatta  non per acquistare visibilità personale, ma per aiutare i giovani a non mitizzare quel mondo ed a capire che il vero maestro di vita da seguire è Gesù. Ho seguito con molto interesse ed ammirazione il confronto tra Fedez e don Alberto Ravagnani, il giovane e simpatico prete  della Diocesi di Milano, che si “sdruma” per aiutare i giovani del suo Oratorio a seguire Gesù e che per raggiungere questo obiettivo ha avuto il coraggio di invitare ad un confronto addirittura Fedez; sì, proprio lui, che con Chiara Ferragni rappresenta la coppia di influencer più nota d’Italia. Il suo coraggio e la sua semplicità intelligente mi hanno commosso. Ho rivisto in lui Giovanni Battista redivivo che si compromette perché Gesù cresca e lui diminuisca.

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