Memoria e Futuro: un bilancio

È passato un anno da quel 12 gennaio 2020 in cui avviavo con l’articolo “Una piccola riserva d’acqua” questo blog, con l’intento di versarvi ricordi e riflessioni e con la speranza che potessero servire ad altri. Era questo lo scopo dichiarato: “Questo blog, pertanto, sarà come un piccolo deposito di quanto lo Spirito mi ha donato e mi donerà. Starà lì come piccola riserva d’acqua che qualcuno mette da parte, perché qualche altro, forse assetato, vi attinga e continui il cammino. Sarò felice se sarà di qualche utilità per qualcuno, che fin d’ora ringrazio per aver condiviso con me la mia povertà e i miei piccoli doni e mi avrà dato la gioia di essergli utile. Sappia, il gentile lettore che fin d’ora lo inserirò tra le persone per le quali prego ogni giorno, perché lo Spirito soffi anche nella sua vela e lo conduca al porto sicuro della vita che è Cristo”.

A distanza di un anno devo constatare che la cosa ha avuto uno sviluppo che non immaginavo: gli articoli pubblicati sono stati 47 (a cui si aggiungono Editoriali ed Omelie che risalgono al mio ministero di vescovo in Alife-Caiazzo); le visualizzazioni sono state più di 11mila, ed alcuni “pezzi” sono stati ripresi anche dal giornale on line IL FARO DI ROMA, molto conosciuto nella Capitale. Inoltre la diffusione tramite facebook ha dato a molti altri la possibilità di condividere le mie riflessioni ed i miei ricordi.

Man mano che avanzavo in questa mia piccola impresa, ho scoperto in essa non soltanto la possibilità di accumulare e registrare eventi del passato e di “ridare vita” a qualche “Santo della porta accanto” e a qualche piccolo miracolo del Signore di cui sono stato testimone, ma anche di continuare il mio ministero di Annunciatore del Vangelo e di Maestro della Fede che il pensionamento blocca nella sua dimensione di autorità, ma che accresce e rende più gioiosa nel prosieguo dei rapporti di affetto e di responsabilità verso gli altri, acquisiti nel corso del ministero attivo.

Ho detto più volte che ringrazio il Signore per la vita che mi ha dato, per le tante cose belle che mi ha fatto sperimentare e per le persone che mi ha fatto incontrare. Non sono preso dalla illusoria frenesia di portare indietro le lancette dell’orologio… Ma per una cosa sola vorrei ancora tempo: capire meglio la bellezza del Vangelo e la grandezza della vocazione cristiana. Infatti man mano che vado avanti scopro che la Parola di Dio, e particolarmente il Vangelo, sono un dono così grande che mi porta a desiderare un supplemento di tempo per poterlo approfondire e gustare più di quanto non abbia fatto nelle tante primavere trascorse.
Ma questo dipenderà dal Signore.

Per quanto mi riguarda, cerco di trasformare il sentimento di rimpianto analogo a quello che Agostino dopo la conversione rivela nel libro delle Confessioni (X,38): “Sero te amavi Pulchritudo tam antiqua et tam nova, sero te amavi!” (Ti ho amato tardi o Bellezza così antica e così nuova, ti ho amato tardi!), in desiderio struggente di comunicare a chi è più giovane la ricchezza e la bellezza scoperte, oggi forse più di ieri, anche a motivo dell’esperienza accumulata e della serenità con cui mi metto in ascolto della Parola. Come pure mi sto rendendo conto che gli anni che vivo mi donano la libertà di affrontare i problemi senza paura e di offrire punti di vista più distaccati e coraggiosi, più difficili per chi ha delle responsabilità.

In conclusione, ringrazio il Signore di questa esperienza iniziata quasi per caso, ma che continua a farmi provare la gioia di annunciare il Vangelo e mi affido a voi lettori, chiedendovi il dono di dirmi con lealtà ed affetto filiale quando sarà ora di chiudere, cioè quando come un disco rotto ripeterò le stesse cose. Nella forma, ma certamente non col cuore che continua e continuerà a desiderare per ciascuno di voi la gioia di incontrare Gesù per scoprire la felicità di essere uomini.

+ don Valentino

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