Cosa fare per costruire una convivenza di qualità sul nostro territorio?

31 dicembre 2010 Chiesa Cattedrale Alife
Omelia in occasione della Messa di fine anno (con preghiera del Te Deum)

Un anno che finisce, ma già la liturgia ci proietta nel futuro e ci mostra un volto di Dio luminoso e benedicente in braccio ad una di noi, la Vergine

Come Maria siamo invitati a non lasciarci scivolare addosso gli avvenimenti, ma a meditare, a mettere insieme , a trovare un senso, per leggervi l’amore di Dio e progettare il futuro nella speranza.

Facendo rivivere una tradizione, avviata dal mio predecessore, Mons. Pietro Farina, sono lieto di fare tutto questo, con voi, carissimi sindaci e rappresentanti delle Istituzioni presenti nel territorio della Diocesi di Alife-Caiazzo, che saluto con viva cordialità e con sentimenti di gratitudine e a tanti fedeli della Diocesi, qui convenuti per il rito del Te Deum.

L’anno che sta per chiudersi è stato ricco di eventi per la nostra Diocesi e il suo territorio. Ne ricordo soltanto alcuni: l’arrivo del nuovo Vescovo, il cambiamento di amministratori in alcuni Comuni, per normali scadenze elettorali, o come è avvenuto in Alife per la morte improvvisa del Sindaco Iannelli, che desidero qui ricordare con grato e commosso pensiero, le celebrazioni del 150° anniversario del miracolo mariano in Piana di Monteverna, il Gemellaggio di Piedimonte Matese con Seligenstadt nel nome del comune patrono san Marcellino, avvicendamenti di parroci in alcune parrocchie, alcuni eventi finanziari che purtroppo hanno sconvolto la vita di alcune famiglie, la chiusura di aziende e la conseguente contrazione di posti di lavoro, in un contesto già difficile.

Personalmente, ringrazio il Signore per avermi mandato tra voi e ringrazio Autorità, Sacerdoti, Associazioni e fedeli per avermi accolto come padre e fratello, come sannita e soprattutto come Colui che viene nel nome del Signore. In questi mesi mi avete fatto sentire subito a casa ed è sorprendente che dopo 50 anni passati a Roma, mi sia inserito tra voi senza problemi e serenamente. Si, anche con il cuore sento che voi siete la mia famiglia!

Nel periodo trascorso tra voi ho potuto notare tante cose belle: un ambiente ancora sano dove i valori cristiani e, nonostante alcune preoccupanti smagliature, anche quelli della famiglia conservano un posto importante nella opinione pubblica e nel vissuto quotidiano; una radicata e profonda tradizione religiosa; un rapporto cordiale e collaborativo tra la Comunità cristiana e le Istituzioni pubbliche. Ho potuto altresì apprezzare l’impegno appassionato e generoso di tanti amministratori verso le proprie comunità e i cittadini. Si tratta di fatti molto positivi.

Ho notato anche i danni che la crisi economica sta producendo da noi; ho letto la sfiducia nel volto dei giovani senza lavoro e pieni di timori per il futuro; la delusione dei poveri di fronte a certi comportamenti egoistici che li escludono dal banchetto della vita, o più semplicemente da diritti che vengono fatti passare come piaceri e privilegi; una certa indifferenza verso il mondo dell’immigrazione; lo spopolarsi di tante zone della diocesi, a motivo del lavoro che manca o dell’assenza delle istituzioni.

L’anno che verrà è nelle mani di Dio. Ma lui chiama noi uomini, le nostre intelligenze e le nostre coscienze a collaborare con Lui per creare ogni giorno un mondo fraterno e pieno di speranze per tutti. “Dio ha bisogno degli uomini”. Abbiamo perciò il dovere di non tirarci indietro, ma di essere collaboratori attenti e qualificati dell’opera del Creatore.

Ci dobbiamo perciò domandare: cosa fare per costruire una convivenza di qualità sul nostro territorio?

Occorre innanzitutto puntare sul primato dell’etica nella cosa pubblica. Non si tratta di una pia esortazione, ma di un dovere e di una condizione di sopravvivenza. Infatti soltanto chi crede e vive mettendo ai primi posti i valori morali della legalità, della trasparenza e dell’onestà, promuove il progresso delle comunità e il bene comune. La situazione degradata di tante situazioni italiane, dove i principi etici sono proclamati e non vissuti dagli amministratori dovrebbero far superare a tutti ogni tentazione di fare eccezioni per trarre vantaggi personali, che risulterebbero effimeri, perché non si può stare bene quando gli altri stanno male e un vantaggio personale sarebbe pagato a cario prezzo dai poveri e, alla fine, anche da chi se l’è procurato.

Viviamo in realtà a misura d’uomo, spesso abbastanza piccole, dove è necessario operare in sinergia, perché al bene del nostro vicino è legato anche quello nostro e certi servizi come scuole, ospedali, viabilità, ambiente appartengono a tutti.

Occorre impegnarsi con particolare cura a sostenere i giovani e le famiglie: sono ormai il ventre molle delle nostre comunità, come di altre, ma ciò non ci deve esimere dal fare ogni sforzo per dare loro delle prospettive. Infatti la mancanza di prospettive future porta a fughe, disperazione e disastrose forme di evasione che sono sommamente nocive per tutti, anche per chi non ha problemi. E i cui effetti già si sentono, ma potrebbero risultare assai gravi per il futuro.

Care Autorità, cari amici, in questo vostro sforzo, contate sulle Comunità cristiane del territorio che saranno sempre pronte a collaborare con voi per realizzare quel servizio alla persona umana che dà senso all’agire e all’operare di chi è chiamato ad esercitare l’autorità. La chiesa di Alife-Caiazzo sa che tanti sforzi si stanno facendo e vi invita a farne di più, contando anche sulla sua collaborazione.

Fra poco, avrò l’onore di consegnare ai singoli Sindaci e ai presidenti delle Autorità territoriali, il Messaggio  che il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato per l’ annuale Giornata Mondiale della Pace, che sarà celebrata domani in tutto il mondo, sul tema “Libertà religiosa, via per la pace. In essa il papa invita a farci promotori, in qualsiasi contesto e nei modi adeguati, della libertà religiosa, condizione indispensabile per comprendere la propria identità vera, non abbandonarsi a visioni riduttive e mortificanti dell’uomo, creare condizioni di rispetto e di dialogo e costruire una società fondata sul diritto e sulla giustizia.

Il papa invita a favorire ovunque il diritto alla libertà religiosa delle minoranze, ma anche a promuovere la dimensione pubblica della religione, evitando,altresì, i danni ingentissimi che produce la strumentalizzazione della religione. Tale invito è molto stimolante anche per noi che siamo testimoni del gran bene che la fede cristiana e un autentico esercizio della libertà religiosa può produrre in un territorio.

Auguro a tutti un anno di pace, che non sia solo cessazione di ostilità, ma positivo esercizio delle armi morali, che valorizzano e mettono a frutto le più profonde qualità della persona umana, capaci di rendere migliore il mondo, anche il nostro.

Concluderemo questa eucaristia con il Canto del Te Deum, per ringraziare il Signore di quanto ci ha donato in questo anno, nella certezza che, anche negli avvenimenti tristi e problematici, lui ci ha amato. Domani sarà un nuovo anno. Siamo sicuri che non ci farà mancare il suo amore e la sua Benedizione. Chiediamo a lui di essere degni della nostra vocazione e di rispondere a tutte le sue chiamate.

In questo nuovo tempo che il Signore ci dona, ci accompagni il volto sereno della Madre di Dio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *